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antonina

BOVA. CONCERTO DI MUSICA CLASSICA ALLO SPAZIO CULTURA

In occasione della presentazione dell'Associazione Bova Life, lo Spazio Cultura del Centro Storico di Bova realizzato dal Comune di Bova in sinergia con il GAL Area Grecanica, ospiterà il Concerto di Musica Classica dei Maestri Luca Fiorentini, Fausto Tuscano e Marco Vincenzi.

L'evento si terrà mercoledì 31 agosto alle ore 19.00 a Bova (rc) in Via delle Rimembranze.
Il giorno seguente, giovedì 1° settembre, alle ore 21.00 si terrà un nuovo concerto presso il CineTeatro Don Bosco in Via dei Salesiani a Bova Marina (RC).
 
Programma:
19.00 } Presentazione dell’Associazione con gli interventi di Peppino Viola
(Presidente emerito), Saverio Micheletta (Presidente) e i saluti istituzionali.

20.00 } Concerto
A.Vivaldi: Sonata per violoncello e B.c in mi minore n. 5
J.S Bach: Partita per flauto solo
N. Porpora: Sonata in fa maggiore per vlc. e B.c
A.Vivaldi: Sonata per violoncello e B.c in la minore n. 3
W.A Mozart: Sonata per flauto, vlc e B.c Kv.10
A seguire rinfresco
 
 
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PAL 2014-2020. PROROGA TERMINI PER ACQUISIZIONE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE

Il Consiglio di Amministrazione del GAL Area Grecanica, nella seduta del 23 agosto 2016, ha prorogato alle ore 13.00 del 5 settembre 2016 il termine per la presentazione delle Domande di Partecipazione al Partenariato Pubblico-Privato che dovrà attuare la Strategia di Sviluppo Partecipativo (CLLD) dell'Area Grecanica.
I Soggetti interessati possono scaricare:
- Avviso Pubblico
- Schema Domanda di Partecipazione
- Schema Relazione Informativa
- Schema di Delibera di Adesione al Partenariato Pubblico-Privato (Soggetti Pubblici)
- Schema di Delibera di Adesione al Partenariato Pubblico-Privato (Soggetti Privati)
- Schema di Accordo di Partenariato Pubblico-Privato
 
Allegati:
 
 
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A BOVA UNO SPAZIO CULTURA ATTREZZATO PER GLI EVENTI CULTURALI NELLA CALABRIA GRECA

In occasione dell’ultimo appuntamento musicale della XIX edizione del Festival Paleariza, si è tenuta a Bova, in Via Rimembranze, l’inaugurazione dello Spazio Cultura realizzato grazie alla sinergia tra Comune di Bova e GAL Area Grecanica. Lo spazio, in occasione della sua inaugurazione, ha ospitato interventi culturali, proiezione di docuFilm della Calabria Greca, mostra fotografica del progetto “I Majia” e presentazione del Volume della Collana Editoriale del Parco Culturale della Calabria Greca dal titolo “Filoxenìa - L’accoglienza tra i Greci di Calabria a cura di Patrizia Giancotti.
Questo spazio, come gli altri allestiti nel borgo di Pentedattilo e di Gallicianò, ed i progetti e  laboratori che si sono susseguiti negli ultimi mesi, rientrano nelle attività del Parco Culturale della Calabria Greca.
Il Parco Culturale della Calabria Greca, è un Progetto del GAL Area Grecanica che si basa sul principio che promuovere la cultura e la creatività di una comunità determini un elevamento della qualità della vita e la crescita delle attività economiche.
I confini geografici di questa spazio culturale e fisico al tempo stesso non delimitano però un unico luogo, ma un’idea ampia di territorialità che comprende l’intera Calabria Greca. 
Ciascuno, in questo spazio culturale comune, può infatti concorrere con le proprie vocazioni e specificità, a posare le pietre di un equilibrio affascinante fra cultura materiale e immateriale. Un Parco Culturale work in progress nel quale si incrociano idee e narrazioni, si rivivono storie e saperi per sovrapporre al territorio un contesto emozionale fatto di azioni, parole e impegno. Un Parco Culturale che si apre al mondo e che mette al centro la cultura come motore di sviluppo dei territori e delle comunità.
Lo Spazio Cultura di Bova attraverso una semplice richiesta da inoltrare al Comune di Bova e/o al GAL Area Grecanica, può essere utilizzato da gruppi, associazioni, studiosi ecc. che vogliono organizzare spettacoli teatrali, mostre, convegni, musical e altri eventi culturali.
La struttura è dotata di un ampio palco e di tutte le attrezzature professionali audio/video/luci per la realizzazione di qualsiasi attività culturale.
 
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"IL FATTO QUOTIDIANO" ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA NASCOSTA

Un viaggio appassionato quello di Antonio Leggieri, giornalista de "Il Fatto Quotidiano" il quale dedica alla Calabria, da lui definita "nascosta", una grande vetrina affinchè venga apprezzata e conosciuta da tutti i lettori.

Antonio racconta: "Il mio viaggio nella Calabria nascosta inizia, paradossalmente, da ciò che di più noto e visibile questa terra possiede, i Bronzi di Riace. Prima di accedere alla sala in cui sono esposti – nel Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, riaperto lo scorso aprile dopo 10 anni di restauri – si deve sostare per tre minuti in una “stanza di purificazione”, un cubicolo con le pareti bianche attraversato da lievi correnti d’aria che eliminano dagli abiti polveri e impurità. Poi la porta della sala si apre all’improvviso e i Bronzi sono lì, maestosi, con quella muscolatura perfetta e guizzante da renderli quasi vivi e pronti all’attacco. Nonostante la posizione degli arti sia simile, il Bronzo A, l’oplita, appare più giovane e aggressivo; quello B, il Re Guerriero, più anziano e riflessivo. Dopo qualche istante mi rendo conto che sto iniziando a guardarli solo attraverso lo schermo del mio cellulare e allora lo maledico, me lo infilo in tasca, alzo gli occhi e resto in contemplazione.

Dal centro cittadino mi sposto verso il profondo Sud d’Italia percorrendo la strada statale 106, che puntella tutta la suola dello stivale da Reggio fino al porto di Taranto. Il tratto più critico della SS 106 è proprio quello calabrese: 400 e rotti chilometri di carreggiata a due sole corsie, una lingua di asfalto bruciato dal sole che si incunea tra gli strapiombi della costa jonica calabrese, seguendone a fatica la silhouette aspra e contorta. Aldilà del finestrino scorre la litoranea: chilometri di spiagge selvagge, che in alcuni tratti perdono parte della loro bellezza a causa del panorama che le circonda: casolari abbandonati e tante, troppe vecchie fabbriche dismesse, che fanno tornare in mente il destino dello stabilimento Sir di Lamezia Terme, la società di resine fenoliche che in mano all’imprenditore Angelo Rovelli divenne negli anni ’70 un mastodonte da 13mila dipendenti, prima che l’azienda si dissolvesse in un collasso finanziario la cui eco giudiziaria è giunta fino ai giorni nostri.
Arrivo a Condofuri, un paesino del reggino alle pendici dell’Aspromonte. È qui che conosco l’avvocato e imprenditore Ezio Pizzi, che mi spiega come la Calabria abbia anch’essa il suo “oro”: il bergamotto. In Italia questo agrume, la cui origine è ignota, cresce e viene coltivato solo alla estrema punta dello Stivale, tra Villa San Giovanni e Gioiosa Ionica. È qui, in piena zona grecanica, che prende forma e sostanza uno dei pochi business locali di respiro internazionale. Il bergamotto – quasi sconosciuto nel resto d’Italia, ma esportato in Francia, America e Inghilterra – è il prodotto agrumicolo più remunerativo in assoluto: in tutta la regione il comparto occupa 6mila persone e produce 100mila chili di essenza che vengono venduti a poco più di 100 euro al chilo. Gran parte del bergamotto viene usato nell’industria cosmetica – i due terzi  dei profumi venduti in tutto il mondo lo contengono – ma recentemente, anche se ancora in piccolissima parte e perlopiù solo in Calabria, sta crescendo il suo utilizzo in quella alimentare, da quando alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il succo di questo agrume abbassa il colesterolo e ha proprietà antidiabetiche.
È ora di ripartire. Resto nel comune di Condofuri, ma salgo in alto, a 600 metri, per fare un tuffo nel passato. Dopo una ripida salita (in macchina) sui sentieri dell’Aspromonte giungo a Gallicianò, l’unico borgo calabrese ancora interamente ellenofono. Uno degli ultimi abitanti, oggi ne restano una quarantina, è Raffaele: 89 anni, 4 figli, 18 nipoti e 23 pronipoti; quasi tutti sono andati via, lui è rimasto nel paesello. Poco o nulla che sia modernità ha fatto breccia in questo luogo custodito dalle montagne. I Gallicianesi sanno cosa c’è fuori? Desiderano qualcosa che non hanno? La risposta a queste domande non avrebbe senso, perché prenderebbe in considerazione una serie di fattori che esistono solo nel nostro mondo e nella nostra testa. È giusto così allora: che questo posto resti com’è, cristallizzato nelle montagne, immobile e bellissimo.
Mi sposto a Bivongi, due ore e mezza di auto più a nord. Questo paese ospita 1300 abitanti di cui 14 ultracentenari viventi negli ultimi sei anni e 40 ultranovantenni. A Bivongi – che da queste parti chiamano Bivongiwood, perché il sindaco Felice Valenti ha fatto un tentativo un pochino maldestro di mettere la scritta della città su un costone della montagna – gli ultracentenari sono lo 0,14 per cento della popolazione, contro lo 0,03 d’Italia. Questo rende Bivongi uno dei paesi più longevi d’Europa, oltre che il detentore insieme all’isola di Okinawa in Giappone del primato mondiale dei maschi che vivono più a lungo.
Proprio così. Nelle zone montuose dell’entroterra reggino sono soprattutto gli uomini a morire in età avanzata. Dicono sia l’aria, la mancanza di stress, la cucina povera fatta di verdure e legumi (cucinati dalle donne). Qualcuno, con un tocco di realismo magico, è convinto che la Vallata dello Stilaro che raccoglie Bivongi sia baciata dalla benedizione dei santi locali. E ce ne vogliono di santi se, come alcuni sussurrano da queste parti, qui “Il pizzo non lo chiedono”. Sarà forse anche per questo che Francesco Carnovale sta provando a trasformare Bivongi in un paese-albergo diffuso, ristrutturando vecchie abitazioni abbandonate. Tra queste c’è l’Antico Casale, un’antica casa trasformata in B&B che è il top per l’accoglienza turistica in questo posto, grazie anche alla possibilità di assaggiare la vera cucina povera calabrese. Quando cala la notte sul centro storico di Bivongi – un labirinto di stamberghe abbandonate dal fascino irresistibile – Francesco guarda il cielo sperando che la sua Calabria esca dal torpore congenito che la avviluppa da troppo tempo e si trasformi in un grande luogo di accoglienza turistica".


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