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antonina

DA RETE RURALE UN CONCORSO DI IDEE PER INNOVARE L'AGRICOLTURA DEL SUD

Il 24 di ottobre è stato bandito il Concorso di idee per l'innovazione nell'agricoltura del sud che ha la finalità di promuovere un ampio coinvolgimento di addetti e cittadini sul tema dell'innovazione.
Soggetti singoli e raggruppamenti potranno presentare idee utili a risolvere problemi o a promuovere opportunità di territori rurali e comparti produttivi.

Il bando chiuderà il 22 dicembre. Le proposte di innovazione presentate verranno valutate da un'apposita Commissione di esperti che le selezionerà e costituirà una graduatoria delle dodici ritenute maggiormente meritevoli di attenzione. Le prime sei idee d'innovazione saranno premiate.
 
Il "Concorso di idee per l'innovazione nell'agricoltura del sud" è un'iniziativa promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), nell'ambito del Programma Rete Rurale Nazionale,  per stimolare la più ampia partecipazione alla creazione e condivisione di soluzioni nuove per l'agroalimentare del nostro Meridione.

Per maggiori informazioni e per scaricare il bando clicca QUI
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RETE RURALE. CONCORSO DI IDEE PER L'INNOVAZIONE NELL'AGRICOLTURA DEL SUD

Tipologia: Bando 
Data Pubblicazione: 24 Ottobre 2016
Data scadenza: 22 dicembre 2016

Il "Concorso di idee per l'innovazione nell'agricoltura del sud" è un'iniziativa promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), nell'ambito del Programma Rete Rurale Nazionale,  per stimolare la più ampia partecipazione alla creazione e condivisione di soluzioni nuove per l'agroalimentare del nostro Meridione.
Chiunque ritenga di aver individuato tecniche, processi, modelli di organizzazione, strumenti in grado di valorizzare le ricchezze dell'agricoltura del sud e di rispondere a problemi reali e operativi, può cimentarsi e fare la propria proposta utilizzando i moduli disponibili su questa pagina. 
Le sei idee ritenute migliori saranno premiate.
 
 

 

 

 

GRECANICA, L'ESSENZA. SUONI, VOCI E IMMAGINI DELLA CALABRIA GRECA

Suoni, Voci e Immagini della Calabria Greca / Grecanica, l’essenza – Collana di DocuFilm

Una terra, una gente, una spiaggia e la luna, un paese, una piazza, le campane e i fuochi, una valle e del fumo, un collare di legno, il formaggio con il miele, un sentiero, un profumo, la memoria che vive. A cura di e realizzato da Med Media per il GAL Area Grecanica.

Tra ricami di fiumare   
Alfonso Picone e Peppe Battaglia si alternano nel racconto del paesaggio naturale ed antropico dell'Area Grecanica, i Laboratori di Arte Pubblica di Giovanni Muraca tra i vigneti di Palizzi e di Antonio Pujia della terra e della memoria.
 
Tra le stelle e le cicale           
A Roccaforte del Greco un telescopio per osservare le stelle, il cielo dell'Area Grecanica la notte brilla solo della loro luce. Angela Misiano descrive questa straordinaria opportunità e un suo allievo, Carmelo Nucera, roccafortese, dà voce ad un paese che diventa simbolo della volta celeste nella vallata dell'Amendolea.
 
 
La parola e la bellezza           
La famiglia Squillaci e la scuola di grecanico, gli allievi e la passione per la cultura del bello che la lingua tramanda.
 
Una storia di poeti       
Domenico Minuto, storico e testimone dell'Area Grecanica. Salvino Nucera, interprete  di un legame antico  tra la gente e il territorio. Il racconto della storia scopre luoghi che conservano valori millenari   mentre i versi del poeta trascendono gli eventi del tempo, sono l'anima che ancora da vita alla memoria.
 
Uno scrigno nella valle        
Il racconto di un motociclista, Gianfranco D'Aguì,  che vagando tra le strade dell'Aspromonte s'imbatte in un borgo a lui, reggino, sconosciuto. L'ospitalità della gente, che si esprime con parole che non capisce, lo legano così tanto al luogo da portarlo a cambiare la sua vita. Si dedicherà alla conoscenza e allo studio della cultura e della lingua dei Greci di Calabria.
 
 
In memoria di Agostino Siviglia
La vita intensa e caparbia e il legame con il proprio paese raccontati dalla voce e dai versi di Salvatore e Agostino Siviglia.



La capra e la tartaruga
Antonio Mingozzi descrive la schiusa delle uova di Caretta-Caretta, sulla spiaggia dove la luna si riflette sul mare che è la via della vita. La costa delle tartarughe, dove le testuggini ritornano dopo molti anni a deporre le uova: istinto naturale e metafora della conservazione di antiche radici.                              
E poi il racconto di una terra dove l'aquila del Bonelli riprende il volo, i fenicotteri trovano ristoro nei pantani di Saline, lo sguardo immobile delle capre fissa  l'insieme scultoreo di paesaggi e animali, quasi patto ancestrale tra selvatico e domestico.
 
 
L'ulivo e la ginestra
La vegetazione dell'area, tra il verde argenteo degli ulivi e l'oro delle spighe di grano, segno delle caratterizzazioni antropiche del paesaggio.  L'esplodere del giallo intenso della ginestra in primavera, espressione di rigogliosa flora mediterranea.

Palchi di pietra
Il Laboratorio di Arte Pubblica I Majia, con la regista Stefania Gareri, la fotografa Paola Gareri e gli attori della Compagnia Teatrale "Carmen Flachi", porta in scena, tra i vicoli di Pentedattilo, le memorie e le fiabe dell'Area Grecanica. L'antico borgo si trasforma in uno straordinario palco teatrale.
 
 
Borghi della memoria
Il Laboratorio di Arte Pubblica I Majia, Paola e Stefania Gareri  e gli studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria tra i ruderi dei borghi abbandonati. Un racconto di strade e sentieri, di paesaggi naturali ed antropizzati.
 
La preghiera e la festa
La musica scansione del tempo quotidiano e della festa. Valentino Santagati interprete di riti e storia del territorio. Salvatore Maesano costruisce insieme alle donne di Roghudi le Pupazze, omaggio alla primavera, tra mito e devozione religiosa.
 
La Madonna dei Greci
La  comunità di Gallicianò si raccoglie in preghiera nella minuscola chiesa ortodossa del borgo. Padre Elia celebra il rito religioso. Madre Stefania ritrova tra queste piccole case abbarbicate sulle pendici dell'Aspromonte la spiritualità dei monasteri dell'Egeo. Riti ed eventi nelle testimonianze di Mimmolino Nucera, custode e memoria visiva della lingua e della tradizione. Le opera del maestro Sergej Tikhonov, iconografo russo, e il Museo delle Icone dei Santi italo greci di Staiti.
 


La musica e il vento
Il fuoco e la festa. U camiddu e u camiddaru, il ballo, le macchine pirotecniche e gli strumenti musicali. La musica percorre la valle intrecciando sonorità naturali e le note dell'organetto di Ciccio Nucera.
 
Terra quotidiana
Il ritorno alla terra dei padri "che non avevano gli strumenti per sperare in uno sviluppo sostenibile dell'attività agricola". Giovanni Maisano coltiva grano autoctono tra le colline di San Pantaleo dopo essere stato emigrato. Scomette sul futuro in queste terre per se e per i suoi familiari. Il professore Orlando Sculli dedica le sue giornate a "salvare" dalla globalizzazione vitigni secolari del mediterraneo.
 
In punta di coltello
Borracce di gelso nero incise finemente dalla punta di un coltello di pastori, musulupare per dar forma al formaggio e da regalare alla propria amata, collari dall'intaglio pregiato per le campane delle greggi. Marcello Manti descrive le misure in metallo per l'olio, le ceste di canne e di ginestra e le ceramiche per le conserve alimentari. Un anziano intagliatore a Staiti realizza stoviglie in legno e oggetti d'uso quotidiano.
 
 
Dalla terra e dell'uva
I vigneti "eroici", simbolo di un territorio aspro ma generoso verso chi ne apprezza l'unicità. Nino Altomonte coltiva le sue vigne godendo della vista del sole che all'alba sorge sul mare Jonio,   Carmelo Pansera accetta la sfida di trarre dalla sua terra prodotti di eccellenza,  Antonio Zaffina riconosce al vino di Palizzi la forza e la tenacia della gente grecanica.
 
 
Del grano e del pane
I dolci, la lestopitta. Donatella e Salvatore Maesano producono farine da maiorca e grano duro. La gente  racconta di lievito e di pane, di olio e carciofi selvatici, di formaggio e di miele. Forni a legna, in casa e in paese, cuociono 'ngute, cudduraci e scaddateddi. 
 
A piedi tra la gente
Ospitalità diffusa e trekking, sostenibilità di un modello turistico basato sul rapporto diretto tra chi visita l'area inerpicandosi per sentieri e fiumare e chi ci vive e produce, come Marcello Manti che a Cardeto propone prodotti e cucina rispettosi dei luoghi e dei cicli naturali. Andrea Laurenzano guida i camminatori e le voci dei turisti esprimono stupore per la scoperta di  ambienti naturali inaspettati e per l'accoglienza nelle vecchie case sapientemente ristrutturate, come quella di Alessandra Ghibaudi a Bova o come quelle tipiche tra i bergamotteti di Ugo Sergi ad Amendolea.
 
 
U spiritu, l'oro tra le foglie
La storia di un pregiato frutto, il bergamotto, che matura solo su questo territorio. Le sue tante proprietà benefiche nel racconto appassionato di Elio Pizzi. Lungo il corso della fiumara Amendolea Ugo Sergi, avvocato, dedica il suo tempo alla coltivazione della terra di famiglia. Dello "spirito" del bergamotto ne fa coltura biologica e filosofia di vita e di accoglienza.
 


Radici
La processione di San Giovanni a Gallicianò, i "Ninnaredi" a Prunella, la processione delle pupazze a Bova, i riti ortodossi, le feste, la musica e i balli, "u camiddu", il palio degli asini, i racconti in grecanico del "Negus", i gesti al telaio per la tessitura della ginestra, i versi recitati dai poeti Bruno Casile e Agostino Siviglia, i suonatori di zampogna ed i tamburelli, l'organetto e le poesie in greco antico. Oltre 20 anni nelle immagini di archivio che documentano quotidianità e feste, riti religiosi e musica.
 
GRECANICA, L'ESSENZA
L'Area Grecanica raccontata dalle suggestioni di due musicisti-camminatori, Robert Piérchaud e Jill Alessandra Mc Coy. Ogni anno tornano a ripercorre i luoghi dove hanno incontrato  persone e paesaggi che ancora ispirano alcune  loro composizioni. Ciccio Nucera, Salvino Nucera, Mimmolino Nucera, Salvatore e Donatella Maesano, Giovanni Maisano, Elio Pizzi, Ugo Sergi, Peppe Battaglia, Madre Stefania, Pasquale Modafferi, Nino Altomonte, Antonio Zaffina, Carmelo Pansera e Peppe Battaglia sono testimonianze di una cultura che fa delle proprie radici la forza dell'innovazione.
 

I MAJÌA - FIABE MITI E STORIE DELLA CALABRIA GRECA

I Majìa - I Pentacunti Grecanici, Fiabe dallo Spopolamento è un Progetto di Arte Pubblica che promuove la creazione di uno spazio di ricerca, sperimentazione e produzione di Teatro Multimediale e Arti Visive, per la valorizzazione, con un’estetica contemporanea, del Patrimonio di Fiabe, Miti, Storie e Leggende della Calabria Greca.

I Majìa fonda il proprio modello di azione e produzione artistica sulla interdisciplinarietà e sul coinvolgimento della Comunità. I Majìa prevede la realizzazione di attività di Ricerca, Workshop, Seminari, Residenze d’Artista, Laboratori, Produzioni Artistiche (Mostre Fotografiche, Spettacoli, Performance, etc.) utilizzando e valorizzando gli Spazi Culturali dei Borghi della Calabria Greca.
Il Progetto I Majia è stato ideato e coordinato da Stefania e Paola Gareri.

La prima edizione di I Majìa,  lanciata nel luglio del 2015, ha dedicato alle Fiabe Grecaniche il Teatro e la Staged Photography, vale a dire la trasposizione visiva attraverso la realizzazione di immagini fotografiche, di  Fiabe e Canti della tradizione e contemporanei.

Sono state condotte esplorazioni e ricerche fotografiche e bibliografiche su Beni e Paesaggi dell’Area Grecanica; realizzati workshop teatrali  con gli attori dell’Accademia Teatrale Carmen Flachi di Melito e con i bambini di Bova. Si è iniziato un percorso di ricerca sui simboli e i riti dell’Area insieme a Tito Squillaci, che ha condotto delle masterclass con gli studenti di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, che guidati poi dalla professoressa Antonietta Scordo hanno lavorato intensamente per creare i costumi dei personaggi. I soggetti che interpretano le scene delle fiabe e delle storie sui set fotografici sono i membri delle Comunità di Melito, Pentedattilo, Palizzi, Bova, Bagaladi, Reggio Calabria, in posa in esterno nei paesaggi della Calabria Greca, in costume, con gli abiti confezionati a mano, secondo stili e con colori e tessuti della tradizione grecanica, dai costumisti dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e della Sartoria Teatrale “Polvere di Fata” di Melito. Sempre in Accademia, gli studenti di Modellazione 3D, con la guida del professore Saverio Manuardi ed il supporto dell’archeologo Riccardo Consoli, hanno ricostruito il Castello di Pentedattilo in versione tridimensionale.
I luoghi scelti per i set: Pentedattilo, per Setolosa la Biancaneve Grecanica e per la Marchesina Antonietta Alberti; Bova, per il Matrimonio Bizantino; un bergamotteto lungo la Fiumara Amendolèa per il Principe Berchàm; la Fiumara Amendolea, per la Naràda.

Il primo dei Pentacunti Grecanici, “La Danza della Naràda”, pubblicato nell’Aprile 2016 da Rubbettino Editore all’interno della Collana Editoriale del Parco Culturale della Calabria Greca, è un racconto per immagini dedicato ad una figura leggendaria grecanica, la Naràda, il fantasma antropofago metà donna e metà asino.

Per scoprire di più visita i seguenti link:

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